Pietro Ramella
I Lincolns
"l'impegno", a. XXV, n. 2, dicembre 2005
© Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle province di Biella e Vercelli.
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Il ritiro dei volontari delle brigate internazionali, deciso unilateralmente nell'ottobre 1938 dal governo
repubblicano spagnolo, comportò, ove possibile, il loro ritorno ai rispettivi paesi di provenienza. Eccettuato che in pochi,
negli altri stati i veterani furono soggetti a dure forme di repressione da parte delle autorità, che li accusarono di aver
combattuto in un esercito straniero e, come in Svizzera e Finlandia, li condannarono a pene carcerarie.
Anche la libera e democratica America non fu da meno: i reduci della brigata
"Lincoln"1, i cosiddetti Lincolns, al
loro arrivo al porto di New York trovarono ad attenderli
"more cops than people". I doganieri ritirarono loro i
passaporti per violazione della legge sulla neutralità del 31 agosto 1935, mentre gli agenti dell'Fbi, presenti in massa, li
sottoposero a stringenti interrogatori, ma non contestarono loro, al momento, la
violazione di una legge del 18182 che
proibiva l'arruolamento di cittadini americani in eserciti stranieri. La prima dimostrazione del trattamento loro in
seguito riservato fu il divieto da parte della polizia di deporre una corona, "per ricordare quanti morirono per la
democrazia", presso la lampada eterna nel parco di Madison Square.
La Friends of Abraham Lincoln
Brigade, che per tutta la durata della guerra aveva sostenuto i compatrioti
impegnati nel conflitto, si prese cura di loro, fornendo vestiario e denaro, e raccolse fondi per ricoverare gli oltre
duecento feriti, rientrati dagli ospedali spagnoli grazie ad una consistente donazione di un finanziere, dopo il rifiuto
del governo di provvedere alle spese di viaggio.
Il ritorno alla vita civile non fu meno traumatico, poiché intorno a loro si era creato un clima di diffidenza,
alimentato dalla chiesa cattolica, principale sostenitrice di Franco, per cui molti non riuscirono a trovare che lavori di
manovalanza, precari e mal pagati. Già durante la guerra di Spagna le associazioni che avevano sostenuto negli Stati
Uniti la causa della Repubblica, e principalmente
la Veterans of Abraham Lincoln Brigade (Valb), erano viste con
diffidenza dalle autorità, che cercarono in ogni modo di limitarne le attività, soprattutto intervenendo con violenza in
occasione delle manifestazioni di protesta a Washington contro le ambasciate tedesca ed italiana, per l'intervento di
queste nazioni nella guerra di Spagna, o contro quella francese per l'inumano trattamento riservato agli internati spagnoli.
I Lincolns dovettero anche affrontare violente polemiche interne per gli sviluppi della situazione internazionale,
specie in occasione della firma, il 23 agosto 1939, del Patto di non aggressione tra l'Unione Sovietica e la Germania
nazista, contrasti che si riaccesero al momento dello scoppio della seconda guerra mondiale. "Questa non è la nostra guerra,
la guerra europea non è una guerra antifascista ma una guerra imperialista"; per suffragare questa tesi i comunisti
ricordavano l'ignavia verso la Repubblica spagnola della Società delle nazioni e del Comitato di non intervento,
controllati appunto dagli stati coinvolti nel conflitto.
Erano contrari a queste tesi gli ebrei, in maggioranza comunisti, che denunciavano la persecuzione dei loro
correligionari in Europa da parte dei nazisti, mentre i trotzkisti lo erano per avversione a Stalin, responsabile delle
atrocità compiute in Spagna nei confronti dei loro compagni e di quanti non erano allineati alle tesi del Partito comunista.
Diversi veterani uscirono o furono espulsi dalla Valb; tra questi un italoamericano, Humberto Galliani, che per
breve tempo aveva comandato il battaglione "Garibaldi" in formazione, per poi passare allo Stato maggiore della
15a brigata.
La principale preoccupazione dopo
lo scoppio delle ostilità fu di far rientrare in patria i commilitoni ancora
detenuti nei campi d'internamento francesi o prigionieri del regime franchista. Ma l'attivismo dei Lincolns acuì l'interesse
del Dipartimento della Giustizia, che già aveva investigato sul reclutamento di volontari per la Spagna, ed anche la
Valb rientrò nell'inchiesta avviata dal presidente Roosevelt sulle attività sovversive di fascisti, nazisti e comunisti negli Stati Uniti.
A più riprese l'Fbi investigò ed arrestò diversi veterani e medici che avevano servito
nell'American Bureau to Aid Spanish
Democracy, con l'accusa di aver militato in un esercito straniero. Quando gli agenti dell'Fbi si
presentarono alla sede di New York per conoscere il recapito di un veterano, il responsabile, Milton Wolff, ultimo comandante
della 15a brigata, bruciò tutti gli indirizzi degli affiliati.
Malgrado fossero sottoposti a tale pressione poliziesca, quando il governo francese, nell'inverno del 1940,
decise di rimpatriare tutti i profughi spagnoli ancora presenti in Francia, la Valb si fece promotrice di una dura campagna
di protesta con manifestazioni davanti a tutte le sedi consolari francesi e blocchi stradali. Ciò determinò il brutale
intervento della polizia e l'arresto dei capi, Milton Wolff, Fred Keller e Gerald Cook, con conseguente condanna al
carcere per quindici giorni. Scontata la pena fu ordinato ai tre di presentarsi davanti al House Committe on Un-American Activities (HUAC)3, per rispondere anche delle accuse formulate da diversi disertori che, al rientro in patria,
avevano denunciato l'esecuzione degli americani che disertavano. Peter N. Carrol, nel suo "The Odyssey of the Abraham
Lincoln Brigade", presume che il numero totale dei disertori americani possa attestarsi sul centinaio, pari circa al
quattro per cento di tutti i volontari americani accorsi in Spagna.
Le diserzioni cominciarono subito dopo il primo scontro sul Jarama, dove gli inesperti e poco addestrati
combattenti furono mandati all'attacco di posizioni fortificate e subirono pesanti perdite (126 caduti e 175 feriti su 450
combattenti). Numerose altre diserzioni si ebbero dopo la sanguinosa battaglia di Belchite e la conquista nazionalista
dell'Aragona, che comportò la divisione della Catalogna dalle province centrali. La motivazione delle defezioni era
il trovarsi invischiati in una guerra diversa da quella romanticamente immaginata, caratterizzata dalla durezza degli
scontri, dal suo prolungarsi e dalla constatazione della superiorità tecnico-militare del nemico. Perlopiù i fuggitivi
raggiungevano le ambasciate Usa a Valencia e Barcellona, ma qui non trovavano aiuto per lasciare il paese; infatti, ligi
alle direttive del Dipartimento di Stato, i diplomatici negarono qualsiasi sostegno ai loro connazionali, i quali, eccetto
i pochi che, grazie a marinai compiacenti, si imbarcarono come clandestini, tentarono la via dei Pirenei, con il
rischio di essere arrestati dalla polizia spagnola, o rientrarono ai reparti.
In un primo tempo, i disertori rientrati o rimandati dalla polizia alle rispettive unità vennero reintegrati dopo aver
scontato qualche punizione (privazione delle licenze, lavori nei battaglioni sterratori). Dopo la Grande
ritirata, approfittando del generale sbandamento, il numero dei disertori raggiunse livelli non tollerabili, per cui il
comando decise di adottare il pugno di ferro e ordinò che venissero giudicati da un tribunale militare sulla base
del codice di guerra. Ciò comportò l'emissione di almeno una decina di condanne a morte, poi perlopiù revocate. I
disertori rientrati in patria denunciarono che le condanne a morte erano la conseguenza delle ingerenze nelle brigate internazionali dei comunisti, che in questo modo volevano liberarsi di trotzkisti ed anarchici che avrebbero potuto minare
il morale delle truppe.
Il caso che maggiormente turbò l'opinione pubblica, in maggioranza favorevole alla Repubblica spagnola, fu
quello di Albert Wallach. Il padre, constatato che il figlio non era rientrato in patria, fece delle indagini personali e
venne sapere che era morto, probabilmente per percosse, nella prigione di Castillo de Fells, dove era stato incarcerato per ripetuta diserzione. Egli accusò perciò Antony de Maio, un americano aggregato al Sim, che aveva giurisdizione
sulla prigione, ma questi negò che un qualsiasi prigioniero fosse morto in quel carcere e le testimonianze di altri
disertori, risultate poco attendibili, non svelarono il mistero.
Dagli archivi dell'Unione Sovietica relativi alle brigate
internazionali, è emerso un documento, "Lista di individui sospetti e disertori della 15a brigata", che comprende 206
nominativi suddivisi tra i quattro battaglioni dell'unità; di quello a maggioranza statunitense, il
58o, sono riportati 37 nominativi, di cui 25 disertori.
Un altro fatto che venne a turbare l'atmosfera attorno ai Lincolns fu il contenzioso che nacque tra l'associazione
dei veterani ed Ernest Hemingway, scrittore che era stato molto vicino ai volontari americani e li aveva visitati più
volte nel corso dei suoi tre viaggi in Spagna durante la guerra; i suoi detrattori sostenevano che queste visite erano
motivate dal fatto che la cucina del battaglione era migliore di quella degli hotel spagnoli. Hemingway aveva sponsorizzato
raccolte di fondi durante il conflitto e, al ritorno dei feriti, aveva pagato di tasca propria le loro cure. Il motivo del
contendere fu il romanzo "Per chi suona la
campana" ed il film che ne derivò. Il romanzo fu criticato anzitutto perché
non faceva riferimento alla brigata, ma ad un singolo americano, che si identificava in un Lincoln, Irving Goff,
comandante di un reparto di guerriglieri che avevano operato dietro le linee nemiche, sabotando ferrovie e ponti,
liberando prigionieri, eliminando o catturando ufficiali nemici di grado superiore. Per Hemingway l'americano Robert Jordan
è un eroe romantico, venuto a combattere in Spagna per puro idealismo, che si assoggetta alla disciplina comunista
perché il fine di tutto è vincere. Affrontando criticamente la strategia militare della Repubblica, descrive la
leadership comunista come brutale, dura e opportunistica: mentre Jordan compie il suo dovere fino all'estremo sacrificio
della vita, la burocrazia militare lancia un'offensiva che sa destinata a fallire; in ciò Hemingway vede le cause del
collasso della Repubblica.
Il libro non piacque ai Lincolns, non solo perché criticava la
leadership comunista, ma perché sottintendeva che
i volontari americani erano andati in Spagna per scopi ambigui ed avventuristici. "Ciò che emerge dal vostro libro
- scrissero in una lettera aperta al romanziere - è un quadro così drasticamente distorto e mutilato da denigrare la
causa per la quale noi abbiamo combattuto, che la maggioranza dei popoli democratici sostennero, e che voi stesso
avete onorevolmente sostenuto sia con i vostri scritti che con il vostro personale impegno".
Elencando tutta una serie di particolari, i Lincolns
accusarono Hemingway di aver descritto con morbosità le
atrocità della parte repubblicana; di aver usato i nomi reali di André Marty, l'organizzatore delle brigate
internazionali, descritto come un pazzo assetato di sangue, e di Dolores Ibarruri, la Pasionaria ("ha un figlio in Russia mentre i
ragazzi della tua età combattono in Spagna"), e di aver denigrato il ruolo degli osservatori sovietici. Anche Milton
Wolff, l'ultimo comandante della brigata, divenuto amico dello scrittore in Spagna, lo accusò di aver fatto in Spagna il
"turista" più che il "sostenitore".
Nel 1943 il film tratto dal romanzo ed interpretato da Ingrid Bergman e Gary Cooper per la Paramount rinfocolò
le proteste dei Lincolns che, questa volta, trovarono al loro fianco, ma con motivazioni diverse, lo scrittore, cui non
era piaciuto il taglio dato da Hollywood alla storia. Egli lamentava, soprattutto, che il film evitasse ogni riferimento
politico, "mentre gli Stati Uniti erano in guerra contro il fascismo, il nemico doveva essere chiamato fascista e la
Repubblica doveva essere chiamata Repubblica", altrimenti gli americani non avrebbero mai capito per
cosa realmente il popolo spagnolo avesse combattuto. Malgrado il suo intervento, il film non subì modifiche. Tempo dopo, ad un
giornalista che gli chiedeva chi avesse impedito di chiamare con il loro nome i fascisti, egli rispose: "In due parole: i fascisti".
Mentre questo avveniva, i Lincolns non avevano cessato di cercare di mobilitare l'opinione pubblica per evitare
un coinvolgimento americano nella guerra. L'occasione per una nuova manifestazione pubblica fu la stipula, l'11
marzo 1941, del Land-Lease Act, che concedeva agli Alleati di ottenere aiuti senza limitazioni strategiche o militari e
con termini di pagamento a lungo termine. Diversi di loro però erano contrari a questa politica di neutralità,
soprattutto per l'atteggiamento antisovietico della Germania nazista, malgrado il patto di non aggressione. Alcuni veterani che,
in aperto contrasto con il Partito comunista, si arruolarono nell'Us Army, ebbero una reprimenda, ma non vennero espulsi.
In quel periodo, Milton Wolff fu convocato da William Donovan, consigliere per gli affari europei del
presidente Roosevelt, che lo mise in contatto con due ufficiali inglesi
dell'Intelligence Service. Essi dissero a Wolff che
volevano reclutare degli elementi provenienti da Grecia, Jugoslavia ed Ungheria per inviarli in questi paesi ad appoggiare
i movimenti di resistenza, e pertanto chiedevano se tra i veterani della "Lincoln" non ci fossero uomini disposti ad
arruolarsi. Wolff prese tempo, perché doveva avere il benestare dei vertici del partito che, con suo stupore, ottenne,
malgrado la politica ufficiale fosse contro la partecipazione americana alla guerra. Contattò allora sei compagni che
avevano combattuto nelle file della guerriglia in Spagna, tra cui Irving Goff. Venuta a conoscenza del progetto, Evelyn
Hutchins, spericolata conduttrice di camion in Spagna, si dichiarò disposta ad unirsi ai compagni, ma la sua richiesta
fu respinta dagli inglesi in quanto donna, cosa che la rese furiosa.
L'attacco giapponese di Pearl Harbor indusse Donovan ad utilizzare per il servizio segreto americano i
Lincolns, che vennero mandati con altri volontari al centro di addestramento di Camp David. Egli pensava di inviarli in
Spagna per organizzare eventualmente un movimento di resistenza contro Franco, se questi fosse entrato in guerra a
fianco delle forze dell'Asse, ma il progetto non fu approvato dal Dipartimento di Stato, che temeva che il ritorno di
interbrigatisti americani in Spagna desse il pretesto a Franco per rompere la sua neutralità.
Con l'inizio della battaglia d'Italia, i Lincolns vennero trasferiti a Napoli, dove aveva sede il comando dell'Office of Strategic Services (Oss). Goff, posto a capo della compagnia D, grazie al credito che poteva vantare come
riconosciuto valoroso combattente nelle file repubblicane in Spagna, entrò facilmente in contattato con il Partito comunista
italiano, con cui concordò che, in cambio della segnalazione di nominativi da istruire e mandare al Nord dietro le
linee nemiche, i comunisti avrebbero potuto usare la stessa rete per trasmettere messaggi alle loro formazioni partigiane.
La compagnia D, chiamata scherzosamente "chain Goff o communist desk", iniziò ad istruire agenti che poi
furono paracadutati nell'Italia del centro-nord e trasmisero utili informazioni al comando americano, in
particolare su dislocazione, consistenza e movimenti delle truppe tedesche. La compagnia D doveva inoltre sovrintendere al
traffico di messaggi da e per l'Italia occupata, compresi naturalmente quelli di pertinenza dei comunisti. Questo
rapporto privilegiato mise in allarme i servizi di sicurezza dell'esercito americano che, ignorando di proposito gli accordi
intercorsi ed approvati a suo tempo dal comando di reggimento, misero sotto inchiesta i sei agenti e chiesero il loro
rimpatrio. Donovan tentò in tutti i modi di difendere i suoi, giurando sulla loro lealtà, comprendendo che la
questione non era politica, ma piuttosto un regolamento di conti con servizi che egli, con la sua iniziativa, aveva scavalcati e
superati riguardo le informazioni fornite. Tutto fu inutile, la pregiudiziale comunista ebbe il sopravvento; i Lincolns
vennero rimpatriati e nel luglio 1945 furono congedati.
Tra i giovani americani che si arruolarono nell'esercito, certamente motivati dall'amore di patria, i Lincolns
avevano qualcosa in più: in loro c'era anche la volontà di riprendere la lotta contro i nazifascisti che già avevano
combattuto in Spagna, dove tanti loro compagni erano morti, certi che, dopo la vittoria, le democrazie avrebbero regolato i
conti con Franco ed il popolo spagnolo avrebbe riottenuto la libertà perduta. Edwin Rolfe, il poeta della brigata
"Lincoln", mentre si addestrava in Texas, scrisse una poesia intitolata "Primo amore":
Sono ansioso di iniziare, ansioso di finire./ Ma il mio cuore è per sempre prigioniero/ di quell'altra guerra/ che prima mi ha insegnato/ il significato di
pace e fratellanza.
Secondo Peter Carrol, furono non meno di 425 i Lincolns arruolati nelle forze armate
americane, mentre un centinaio, 70 dei quali caddero sui diversi fronti, servì nella marina mercantile. Arthur H.
Landis nel suo "Death on the Olive
Groves" parla di 800 volontari, di cui circa la metà morì combattendo in cielo,
terra e mare.
Il trattamento riservato ai sei di Donovan non fu certo un’eccezione, visto che tutti i Lincolns che si arruolarono nell’esercito vennero discriminati, poiché considerati “personale potenzialmente sovversivo”. Furono di regola assegnati a guarnigioni in patria, lontani dai fronti d’oltremare, anche se erano gli unici soldati che potevano vantare un’esperienza militare di prima linea, acquisita nelle dure battaglie di Spagna, fu loro negata qualsiasi promozione, furono assegnati a compiti di basso livello e non vennero armati.
Una notte due di loro, penetrati di soppiatto negli uffici del comando, scoprirono che i loro dossier erano
marchiati "P. A." (Premature
Anti-Fascists), sigla utilizzata dall'Fbi per schedare come "comunisti" i reduci della guerra di
Spagna, indipendentemente dalla loro ideologia politica. Essi insorsero dichiarando: "Hitler e Mussolini hanno usato la
guerra civile spagnola per prepararsi alla guerra moderna, gli Stati Uniti relegano in battaglioni di fatica quelli che
hanno combattuto in Spagna".
Le rimostranze dei veterani trovarono ascolto in tre rappresentanti democratici del Congresso, che presentarono
un'interpellanza al Ministero della Guerra, esigendo spiegazioni per il trattamento riservato a dei volontari che non
chiedevano altro che combattere per il loro paese. Con il supporto del segretario agli Interni, Harold Ickes, le autorità
militari cambiarono atteggiamento ed i Lincolns videro soddisfatte le loro richieste.
Inviati in zona di operazione, molti si coprirono di gloria e vennero insigniti con medaglie al valore per il loro
eroico comportamento in azione. Naturalmente ciò dipese dagli ufficiali comandanti i loro reparti, anche se molti non ebbero
alcun riconoscimento perché considerati "maledetti comunisti". La forma di discriminazione più ignobile fu perpetrata
nei confronti dei caduti, cui fu negato il diritto, soprattutto se neri, di esse sepolti nell'Arlington National Cemetery.
Solo dopo una battaglia legale durata anni, i parenti ottennero che il privilegio riservato ai militari americani caduti per
la patria venisse esteso anche ai loro cari.
Il dopoguerra, caratterizzato dal confronto tra i due blocchi, riservò ai Lincolns nuove amarezze e
discriminazioni. La cosa peggiore fu constatare i buoni rapporti instauratisi tra gli Stati Uniti e la Spagna di Francisco Franco, culminati
nella visita del presidente Eisenhower a Madrid. Ma con l'insorgere della guerra fredda essi si trovarono coinvolti
nelle crociate anticomuniste via via sviluppatesi negli Stati Uniti.
Nel 1946 il dr. Barsky, medico che in Spagna aveva
diretto uno degli ospedali delle brigate internazionali, fu convocato davanti al Huac, quale responsabile del Joint Anti-Fascist Refugee Committee, ed invitato a comunicare i movimenti di denaro dell'organizzazione, inclusi i nomi di tutti i donatori e di tutti
i beneficiati. Barsky si rifiutò, appellandosi al V emendamento e accusando che la richiesta,
che metteva in pericolo gli spagnoli, era fatta per rinvigorire i rapporti con il dittatore Franco. Il rifiuto costò caro ai
membri dell'organizzazione: dieci furono condannati a tre mesi di prigione, Barsky, in quanto primo responsabile,
ebbe sei mesi e fu sospeso per altrettanto tempo dalla professione.
Nel 1947 la Valb fu catalogata dal Dipartimento degli Interni tra le organizzazioni di dubbia lealtà verso la
nazione ed in base al Taft-Hartley Act4 fu imposto ai responsabili di consegnare alle autorità l'elenco degli iscritti, i documenti
contabili e la corrispondenza. Anche se la partecipazione alla guerra di Spagna era costata a molti Lincolns la
perdita dell'impiego e l'iscrizione nelle occupational black-list,
essi avevano continuato a manifestare e scrivere articoli
contro la politica estera del governo, che appoggiava la repressione greca contro i partigiani comunisti e forniva supporto
militare a Chiang Kai-shek.
La discriminazione nei loro confronti divenne repressione quando fu nominato capo del Subversive Activities Control Board (Sacb) il senatore Joseph R. McCarthy che, sfruttando il momento di debolezza
degli Stati Uniti di fronte alla conquista comunista della Cina e all'esplosione della prima bomba atomica sovietica, iniziò a
perseguitare quanti erano in odore di comunismo. A causa di questa politica, il Partito comunista (era in corso la guerra di
Corea), considerando inevitabile un conflitto tra Stati Uniti e Urss, che avrebbe determinato una dichiarazione
d'illegalità per il partito, ordinò ai suoi vertici di prepararsi ad entrare in clandestinità. Esperienza che si risolse in aperto
fallimento, perché gli arresti continuarono, anzi confermarono nelle autorità la convinzione che i comunisti
cospirassero contro la nazione.
Le vittime più importanti della crociata mccartiana furono i coniugi Rosenberg che, accusati di aver
consegnato all'Urss i piani dell'atomica, furono condannati a morte e giustiziati. Molti intellettuali, artisti, scrittori finirono
sotto inchiesta (clamorosa fu la fuga dagli Stati Uniti di Charlie Chaplin) e molti Lincolns furono condannati al
carcere; per provvedere alla difesa legale dei compagni incriminati, la Valb costituì il Committee to Defend Lincoln Veterans. Le motivazioni degli arresti furono le più varie: Steve Nelson, ex commissario politico della brigata,
fu arrestato con l'imputazione di "sedizione contro lo stato della Pennsylvania" e una corte lo condannò a
ventiquattro anni di carcere. Poiché la Corte suprema degli Stati Uniti dichiarò incostituzionale la legge
sulla sedizione, una corte federale condannò Nelson a tre anni in base allo Smith Act. Altri, impegnati nei sindacati, furono condannati con
l'accusa di aver portato la sovversione nelle organizzazioni. Ruth Davidow, che aveva servito come infermiera in
Spagna, fu accusata di aver fatto propaganda comunista tra i soldati feriti nella seconda guerra mondiale ricoverati al Crile
General Hospital.
Anche dopo la fine del maccartismo, nel 1953, il controllo dell'Fbi continuò; i veterani erano inclusi in una lista
che li classificava come "individuals deemed most dangerous to national
security", che dovevano essere arrestati in
caso di emergenza nazionale. Nel 1955 la Veteran Administration revocò la pensione di invalidità della seconda
guerra mondiale a tre Lincolns, perché inquisiti sulla base dello Smith Act.
Occorrerà attendere i grandi mutamenti in politica internazionale, come la fine della guerra fredda e del
comunismo, le lotte contro la segregazione razziale e la guerra del Vietnam, perché la vita dei Lincolns superstiti possa ritrovare
la piena normalità. La morte di Franco ed il ritorno della democrazia in Spagna consentirono ai superstiti di ritornare
sul Jarama, a Brunete, a Belchite, a Teruel, sull'Ebro. Intellettuali e storici riscoprirono la guerra di Spagna e le
ragioni per cui tanti loro connazionali erano andati a morire.
L'impegno dei Lincolns non venne mai meno nel contrastare molte decisioni dell'amministrazione americana:
tra le altre iniziative, denunciarono la strategia nucleare delle Star Wars al grido di "Mai più Guernica, mai più
Hiroshima", protestarono contro lo sviluppo del missile Mx e si fecero promotori di una raccolta di fondi per donare al
Nicaragua sandinista venti ambulanze e materiale sanitario per curare i feriti degli attacchi dei Contras, sovvenzionati dalla Cia.
Il 14 ottobre 1998, a Seattle, nei giardini dell'Università dello Stato di Washington, è stato inaugurato un
monumento dove un pugno chiuso spicca tra le parole ai "Voluntarios Internacionales de la Libertad"; seguono il saluto
della Pasionaria: "Voi siete la storia, voi siete la leggenda", e la storia delle brigate internazionali: "40.000 volontari
internazionali vennero a difendere la Repubblica spagnola, quando Franco, Hitler e Mussolini l'attaccarono. Fra loro
vi furono circa 3.000 giovani americani, la Abraham Lincoln Brigade, ed oltre la metà di loro è sepolta in terra di
Spagna. Undici studenti di questa Università di Washington parteciparono allo storico conflitto".
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